Invecchiare in salute: una visione olistica
- nutrirsiritrovarsi5
- 6 ott
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Invecchiamo bene o invecchiamo male?
Premettiamo che INVECCHIARE non è una colpa e non è da combattere: fa parte delle fasi della vita di tutti noi. La differenza esiste, però, tra invecchiamento fisiologico, che rispetta i tempi della natura, e invecchiamento patologico e precoce, che si presenta in tempi più brevi.
L’età media della popolazione generale è in aumento grazie al progresso (per esempio, delle cure) ma, nonostante questo, negli ultimi 30 anni sono aumentati gli anni vissuti NON in salute e, quindi, NON in uno stato di benessere nel suo pieno significato: “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità” (definizione OMS).
Infatti, soprattutto a partire dai 40 anni, la salute ed il benessere possono diminuire per carenze nutrizionali, poca o troppa attività fisica, scarsa qualità del sonno, eccessiva esposizione solare, inquinamento, stress cronico, postura sbagliata e molti altri fattori, i quali possono portare alle cosiddette malattie non trasmissibili (per queste si può avere o non avere una predisposizione genetica).
Considerato quanto detto, si parla spesso di malattie “da invecchiamento”: l’invecchiamento (aging) a sua volta è suddiviso in “invecchiamento primario”, quando si attivano cambiamenti della struttura e della funzione a livello cellulare (che influenza a sua volta la struttura e la funzione degli organi), e in “invecchiamento secondario”, quando si attivano cambiamenti per interazione tra “invecchiamento primario” ed altri fattori (ambiente, dieta, patologie, stile di vita, ecc).
Sono stati identificati, al momento (la ricerca è sempre in aggiornamento), 9 tratti caratteristici del processo di invecchiamento: instabilità del DNA, logoramento dei telomeri (il telomero è la regione terminale di un cromosoma composta di DNA che lo protegge dal deterioramento), alterazioni epigenetiche (fattori oltre la genetica che apportano diversi cambiamenti), perdita di proteine funzionali, disregolazione della percezione dei nutrienti all’interno della cellula, disfunzione dei mitocondri, invecchiamento cellulare, riduzione delle cellule staminali, alterata comunicazione all’interno della cellula.
Certo, sono tutti fattori fortemente collegati tra loro.

L’aspetto cognitivo dell’invecchiamento non è certo da tralasciare, per il quale l’allenamento della memoria e della concentrazione ha portato miglioramento e minor declino dell’attività cerebrale anche in persone tra i 60 e i 78 anni. Il declino è dovuto a modifiche fisiche date dal restringimento del cervello del 5% ogni anno a partire dai 40 anni.
Si assiste anche ad un cambiamento della flora batterica intestinale, del sistema immunitario, dei muscoli e del sistema cardiovascolare, ed esternamente ad un invecchiamento della pelle del viso, sempre come conseguenza di un invecchiamento che parte a livello cellulare.
Chiaramente, esistono fattori che sono detti non modificabili, come la genetica e le mutazioni genetiche che possono determinare la comparsa di determinate patologie, ma esistono anche i fattori modificabili.

Quali sono i fattori modificabili?
In studi recenti, è stato visto che è possibile iniziare a modulare anche pochi dei fattori detti invece modificabili, attraverso un certo stile di vita ed una certa cura alla propria persona con scelte migliori per sé stessi, sia dal punto di vista sociale sia dal punto di vista personale-fisico e personale-emotivo.
Non è solo questione di DNA e patrimonio genetico. Possiamo decidere, secondo le nostre risorse, a livello individuale come invecchiare e posticipare i classici segni del tempo a livello di benessere interiore ed esteriore.
In particolare, si potrebbero valutare scelte che:
limitino l’infiammazione
riducano lo stress ossidativo e migliorino l’ossigenazione
migliorino un apporto insufficiente di nutrienti, che sia dovuto a invecchiamento cellulare o ad abitudini alimentari
supportino la digestione e, di conseguenza, l’assorbimento e un buon microbiota
ottimizzino il metabolismo energetico
Come è possibile agire su questi fattori?
Gli strumenti e le informazioni che abbiamo a disposizione riguardano:
una buona gestione dello stress fisico ed emotivo
la scelta nutrizionale che preveda, secondo le necessità di una persona, un adeguato stile alimentare (con omega-3, polifenoli, probiotici, prebiotici,…)
una cura del proprio viso e della postura (auto-massaggio, respirazione,…)
la scelta di un’adeguata attività fisica, sempre secondo i tempi e gli spazi disponibili all’interno della propria quotidianità
una buona qualità del sonno, la quale varia da persona a persona
Sì, è vero che quasi tutto è collegato, ma partire da una scelta alla volta (quella più fattibile al momento per sé stessi) e a piccoli passi aiuta a mantenere delle piccole abitudini a lungo termine e a sentirsi più realizzati al momento presente.
Per approfondire maggiormente su alimentazione, postura e viso: https://nutrirsii.wixsite.com/nut-r/progetti
Autori: Giorgia Siviero (biologa nutrizionista), Martina Perri (massaggiatrice olistica)
Fonti:
Kassis, Amira, et al. "Nutritional and lifestyle management of the aging journey: A narrative review." Frontiers in nutrition 9 (2023): 1087505.
López-Otín, Carlos, et al. "Hallmarks of aging: An expanding universe." Cell 186.2 (2023): 243-278.


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